ALTRE PUBBLICAZIONI
Estratto di una lettura di un saggio di Merleu-Ponty.
Fino a un passato piuttosto recente i fatti psichici o fatti mentali, come si preferisce, potevano essere direttamente conosciuti o vissuti unicamente dal di dentro e così constatabili, constatati da parte di chi li provava. L’ansia, per esempio, oltre i segni corporei, la psicologia classica l’approcciava per introspezione o cercando l’autosservazione o la narrazione interiore. L’introspezione oggi, vedo, che non porta a nulla di risolutivo, dal punto di vista psicoterapeutico. L’amore come palpitazione o angoscia, anch’esso, analizzato così, non diventa che un turbamento banale. Se invece un’emozione posso osservarla come modificazione dei miei rapporti con gli altri e con il mondo, e a pensare quella eccitazione come leggo quella di un’altra persona, di cui mi capita di essere testimone, allora entro in una altra dimensione comprensiva. Pensiamo ai bambini che comprendono e aderiscono al senso delle condotte altrui molto prima di comprenderlo. L’ansia, così come la vergogna, l’odio o l’amore non sono fatti psichici accessibili a un solo testimone, colui che li prova. Non sono nascosti nel più profondo della coscienza, ma sono visibili dal di fuori. Sono su quel volto o nei gesti. Questo ci convince di non poter dividere corpo e coscienza. Fare psicologia dell’ansia significa fissare il senso dell’ansia, cioè chiedersi quale ne sia la funzione in una vita umana, e, in qualche modo, a cosa serva. Si scopre così che un’emozione patologica è, come dice Janet, una reazione di disorganizzazione che interviene quando ci accorgiamo di essere in un vicolo cieco, o, nel caso che dall’ansia si passi alla compulsione, quest’ultima è una condotta magica con la quale cerchiamo un’efficacia simbolica per gestire quello che abbiamo immaginato ansiosamente. L’emozione è certamente un fatto psichico interno ma può essere vista, anche, prevalentemente come una variazione del nostro rapporto con gli altri e colta interpretando il senso di questa variazione messa in evidenza da un comportamento.
La scienza del comportamento e della nostra capacità di leggere il comportamento altrui può essere estesa fino a giungere a capire dell’altro, o di noi stessi, la maniera di essere nel mondo. Si potrebbe così sottolineare come il corpo e l’anima umana sono solo aspetti dell’essere nel mondo così come il linguaggio ne è l’incarnazione. Non siamo quindi un intelletto che costruisce il mondo, ma esseri che sono messi (gettati) nel mondo costituendo con esso un vincolo naturale. La psicologia ha sovente sostituito con l’intelligenza analitica e i suoi prodotti il mondo vissuto, costruendo, così, del mondo una astrazione pur scientifica.
Il senso di una persona è incorporato nella sua relazione con il mondo e con gli altri.
In questo senso ognuno non è altro che se stesso coesistendo, a suo modo, alle contraddizioni della sua natura umana: necessità e spirito che diventano significato vitale. Se ci seguissimo come in un film seguiremmo comportamenti e condotte, più che pensieri. Attraverso i comportamenti trattiamo le cose e gli altri e questi rendono visibili ed evidenziano la persona.
Questa psicologia non ci presenta i fatti mentali ma una coscienza che opera nel mondo, sottomessa allo sguardo degli altri apprendendo, timorosamente, dagli altri quello che é. Il paradosso di cui si occupano le psicologie e le filosofie esistenziali è questa sconnessione o inerenza dell’io con il mondo. Far vedere invece che spiegare le concatenazioni dei fatti mentali del soggetto, descriverne il mescolarsi della coscienza con il mondo coesistendo con le altre.
Vedere una certa generazione nel mondo.
Libro Citato su:
Phenomenology Lab: https://www.phenomenologylab.eu/index.php/2019/07/a-proposito-di-psicopatologia-fenomenologica/
– Articolo su Pedagogika.it Anno 2019 N. 23/2 (Scarica)

– Articolo su Pedagogika.it Anno 2020 N. 24/4 (Scarica)

– Articolo sul Corriere della Sera (Scarica)
Webinar: Frattempo e cambiamento. Temi e tempi della contemporaneità
25 febbraio 2021 – Ore 18.00-19.30
Barbara Mapelli, pedagogista e saggista
Roberto Melloni, psicologo e psicoterapeuta
Introduce: Maria Piacente, direttrice Pedagogika.it
Modera: Micaela Castiglioni, Università Milano-Bicocca
Webinar: Pandemia, cambiamenti e sguardi letterari
giovedì 22 aprile 2021ore 18.00-19.30
Roberto Melloni, psicologo e psicoterapeuta
Pierfilippo Pozzi, scrittore e Segretario Fondazione Don Gino Rigoldi
Convegno: Elogio dell'incertezza
giovedì 22 settembre 2022 ore 17.00
Roberto Melloni, psicologo e psicoterapeuta
